11-) Nairobi (Kenya)
Sesta lettera dall'Africa
15 Gennaio 1993



Ciao bellissima!
La stagione delle piogge si sta prolungando più del dovuto, sta piovendo veramente troppo. Ogni giorno ed ogni notte, dall’inizio dell’anno, continua a scendere acqua; fango e pozzanghere ovunque. Se poi si capita per strada o in città durante queste piogge torrenziali, è un disastro e una meraviglia, tutto allagato e intasato, con ingorghi giganteschi. Tutto da ridere e da vedere. Rain woman questo è il tuo posto! Fa sempre freschino: pensa la notte si dorme volentieri con due coperte! Che dormite! Manchi proprio tu, ma allora sarebbe impossibile dormire…..
Questo tempo bizzarro continua a ritardare il mio trasferimento. Tuttavia il tempo è sicuramente l’ultimo dei problemi.
Mi sembra di capire bene che qui comunque è tutto una madornale confusione ed a volte mi chiedo come faccio ad affrontare. Evidentemente mi sto adattando molto bene. Ho imparato a non prendermela molto, ad essere spettatore e buon esecutore anche se mi costa parecchio.
La delusione affiora perché ora la sostanza è molto evidente e ben diversa dall’impressione da “paradiso terrestre” che s’intravedeva molti mesi fa. Ci sono molte cose egregie che fanno onore a queste persone, ma spesso mi sembra che la fragilità umana e l’impreparazione siano un imperativo. Non so se sono io che pretendo troppo e magari mi scordo che qui è tutto un altro mondo e forse fatico parecchio a adattarmi completamente in questo modo di pensare e di agire intriso di contraddizioni ed incoerenza. Credo di aver proprio bisogno di evadere; sono poco più di due mesi che sono qui ma l’ambiente mi sta stretto e mi rende decisamente sofferente.
Non vedo l’ora di trasferirmi in Amboseli, dove il Kilimanjaro sembra quasi di toccarlo, dove tutto è ancora incontaminato e le contraddizioni spero che non siano così evidenti, dure e quasi irritanti. Forse la prossima settimana è la volta buona. Ho bisogno d’aria nuova. Mi chiedo se sei ancora viva, dato che non ricevo tue notizie da tempo. Fortunatamente “c’è altra gente” che mi scrive…..ma, è solo la tua posta che attendo con ansia. Sono quasi tre mesi, sembra ieri, il tempo scorre veloce come le nuvole africane. Mi chiedo come stai, come va, come sei.
Penso ai tuoi impegni, ai tuoi sogni, alla tua solitudine, ai tuoi amici, ai tuoi….capelli. La storia dei pidocchi non mi convince per niente.
Le ragazze africane vanno pazze per i capelli lunghi (ed anche qualche maschietto italiano..) ma per loro è un grosso problema perché in natura sono tutte come…Branduardi, eppure le escogitano tutte per una capigliatura “alla moda” occidentale. A mio avviso la soluzione più graziosa è quella di allungarsi i capelli con le treccine e devo dire che il risultato è sempre decisamente interessante!…..
Sotto la pioggia, camminando fra le caotiche e lussuose vie della città, incontro spesso delle affascinanti bellezze locali che mi strappano un evidente sguardo interessato. Non so se è la pelle bianca, i capelli grigi alle tempie, lo sguardo magnetico o il fascino di un barbuto italiano, ma noto con piacere che tale interesse è molto gradito!
Mi ritrovo a sorridere pensando a quanti “appassionanti” baci dovrei dare se seguissi un tuo consiglio di non troppo tempo fa.
Un “caldo” abbraccio.
Tuo Alen
Copyrigth © **



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