Sery - 25 Luglio 1992 Sabato.
Ciao Sabrina. Per mia natura e responsabilità, cerco di essere attento a tutto e tutti, ed anche a Te, per valutare la tua presenza in questo team di persone ben affiatate.
Quindi cerco di controllare al meglio e come posso, quanto accade in ogni istante poiché è un impegno difficile, le problematiche da gestire sono tantissime e non riguardano solo la cucina.
Non saprei come definire il mio attuale stato d’animo.
Già. Sono pensieroso ed un poco confuso.
Sto cercando di riassumere e di metabolizzare questi ultimi eventi.
Sono circa dieci giorni che sei qui con noi e fai parte del gruppo operativo della struttura ricettiva. Direi con ottimi risultati.
Mi pare non sia stato difficile per te entrare amabilmente in sintonia con tutto e tutti.
Lo so, non mi sono sfuggiti, i tuoi dubbi, ed i momenti pensierosi e malinconici; n’è le tue occhiate perplesse sul mio modus operandi: specialmente per le mie esplosioni di “incisivo” buon senso elargito con estrema fermezza.
Tuttavia son lieto che tu abbia intuito anche la mia natura più "umana" e sensibile.
Giovedì 23. Immediato notare le lacrime sul tuo volto mentre corri nei bagni; ti raggiungo preoccupato e stai singhiozzando allo specchio. Ti sprono a sfogarti e mi racconti la tua frustrazione innescata da un recentissimo alterco telefonico con tua madre, la quale non approva le tue scelte di vita e fra qualche giorno, arriverà assai determinata nel portarti a casa
(accompagnata in auto da un tuo giovane “amico”). Un conflitto che dura da tanto tempo.
Pur vero che sei maggiorenne e non possono obbligarti a decisioni che non approvi; tranquillizzati e, con calma, quando tua madre arriverà vedremo di parlarne per trovare un’eventuale soluzione. Solo questo?.....
No; c’è dell'altro quindi proseguiamo nel parlare apertamente ad oltranza, fino a tarda notte.
Quelle lacrime scaturivano anche dall'insieme di altre motivazioni.
Vedo la tua solitudine, l’incertezza, la sofferenza, l’affanno, l’esigenza di un conforto, di una parola, di una dolcezza, di un abbraccio, di serenità; di qualcuno che ti esplori nel tuo cuore, e provi ad aiutarti nel colmare quel vuoto.Io sono presente, e per quanto indaffarato e sommerso da mille incombenze, intuisco e soffro per Te.
Mi chiedo chi sei, anche se mi pare di conoscerti da sempre.
Tutto quello che hai dentro, mi appare chiaro e comprensibile.
Eppure anni prima ti vedevo assai diversa.
Quella Sabrina che io notavo allora, era una determinata e giovine ragazza con splendide gambe ed un…”sodo fondoschiena". Cosciente di sé e della sua avvenente fisicità.
Ma molto sola. Circondata da attenzioni maschili di coetanei che non andavano oltre la tua immagine, quindi non attiravi molta simpatia in quanto ti consideravano civettuola, superficiale, infantile e assai desiderosa di protagonismo.
Segue un anno in più, e quella sera del 6 Luglio scorso ci troviamo casualmente in cucina a condividere una lunga camomilla notturna. Le condizioni ideali e spontanee per guardare fino in fondo ai tuoi occhi e comprendere la tua vera essenza, nonché individuare le tue “vitali” priorità. Non è stato arduo capire, e stare lì ad ascoltarti con molta attenzione.
Uno come me, decisamente insolito e difficile, introverso e ben mascherato; davanti a te: aperta, sincera, semplice, sensibile.
Agevole anche per me, rivoltarmi e mostrare tutto quello che ero ed avevo dentro. Era notte e fuori pioveva.
Ti ho visto diversa e molto simile a me. Nei tuoi occhi luminosi vedevo la dolcezza del tuo cuore. Notavo il tuo corpo ed il tuo essere che sprizzavano gioia e sensualità. Non più “sofferenza” ma un’accesa energia, inebriante, travolgente, coinvolgente; per un istante ho pensato di abbracciarti, di baciarti, di amarti. Qualcosa me lo ha impedito.
E’ stata la prima volta nella mia vita che ho cercato di non seguire solo il cuore e l’istinto; ho sempre pagato un prezzo notevole, ogni volta che questo era accaduto.
Avevo da poco deciso di cambiare vita. Non volevo più soffrire, volevo crescere e per me significava usare prima la testa e poi il cuore. Quella notte della camomilla ero fiero della mia decisione. La mia ragione mi diceva che con Te non avrebbe mai funzionato; io avrei potuto offrirti solo una stella alpina e la mia profonda Amicizia.
Tuttavia da quella notte, come altre a seguire, pensavo a Te e si avviava lentamente un conflitto interiore.
Nei momenti di intensa riflessione la mia mente mi portava alle tue parole, le emozioni; il fascino dei tuoi occhi, il tuo viso, i tuoi capelli, il tuo fisico sinuoso, a quanto dolci avrebbero potuto essere le tue labbra e le tue parole.
Non sapevo come sarebbe stata la mia vita da quel momento, ma di una cosa ero sicuro e certo: nella mia ferrea razionalità non poteva esistere una storia con Te.
Convinto di non essere frainteso e fosse ben evidente che per te io avrei potuto essere solo un Amico. Il 16 Luglio ti ho invitato a tornare al rifugio perché ci mancava una persona in organico, inoltre tu avevi bisogno di evadere dai conflitti familiari e quassù eri molto serena.
In seguito mi sono reso conto che forse avevo fatto un errore, poiché ad ogni giorno trascorso, notavo il turbamento dei tuoi sentimenti per me, sempre più forti nonché difficili da gestire e da nascondere. Questo mi rendeva fiero e lusingato, ma nel frattempo il mio conflitto interiore mi demoliva. In queste condizioni non sapevo se le mie parole sarebbero servite a spiegarti questo conflitto volto ad una soluzione indolore, oppure avrei dovuto trattarti male e mandarti via; difficile decidere per timore di farti troppo male,
(inconsciamente forse era proprio ciò che non volevo).
Da qualche anno mi ero riconciliato con me stesso e la mia vita.
Per me, nell'immediato, l'inizio di un cammino nuovo che non so bene dove mi avrebbe portato. I miei sogni di vita ben chiari da raggiungere: la Montagna, l’Africa ed un grande Amore per condividerli.
Voler vivere e soprattutto crescere per non sbagliare. Già, non sbagliare, questa necessità così vitale per me. I miei errori più grandi: inseguendo l’entusiasmo del cuore, la mia sete d’amore, e la presunzione di riuscire a controllare il tutto.
Quanti Amori iniziati seguendo solo il cuore e terminati con grandi ferite.
Alla ricerca di qualcosa di grande, che non iniziasse come tutte le altre storie affettive.
Non una fiammata che mi bruciasse tutto in breve tempo, ma una “fiammella” da far crescere con il cuore e la ragione.
Convinzioni maturate con gli anni, le esperienze, gli errori.
Tu sei Bellissima, e non solo attraente. Come si può non volerti bene, come è possibile non amarti? Dovrei non esistere, per non accorgermi questo e di Te. Eppure sento questo conflitto interiore, questo “blocco” terribile che mi impedisce di farlo.
C’è questa paura che mi impedisce di liberare quello che provo.
C’è questa razionalità che mi tormenta mostrandomi le nostre differenze anche di età.
Ho paura di soffrire, di cadere nel buio e trascinarti a fondo con me. La notte penso: “ è straordinaria questa ragazza; desidererei abbracciarla, baciarla, amarla. E la mattina invece mi dico che non posso rischiare: il mio ruolo, la mia responsabilità, la mia tranquillità, il mio equilibrio, la mia vita con il timore di sprofondare in un abisso.
Nel frattempo arriva la notte che ci trova sul sassone, mentre luminose stelle ci osservano e noi cerchiamo di comunicare qualcosa che è assai difficile da esprimere: le parole hanno grandi limiti.
Io che ti parlo a lungo, con il cuore in mano e cerco di trasmettere al meglio tutto questo, ma a Te “non arriva nulla” di comprensibile ed accettabile.
Sicuramente avverti il mio conflitto ma specialmente anche quel sentimento che provo per Te.
Tu con il tuo evidente ed “incontrollabile” bisogno di Amore tremi tutta.
Io accanto a te, tremo tutto dentro, le mie parole partono dalla gola ma il mio cuore non le segue.
Sento il tuo cuore, avverto il tuo profumo.
Non posso, non riesco a non sfiorarti il viso e le labbra.
Non posso impedirmi di baciarti.
Lo stavo facendo, e nell’estasi, il mio pensiero conflittuale mi ha abbandonato….Tu invece, coinvolta e ben cosciente di cosa stava accadendo.
Tu non aspettavi altro per placare quel fuoco che ti divorava.
Tu dolce e sensuale, anche se un po’ rigida, tesa, tremante.
La notte intera ci ha travolto fino all’alba! Eee: già, solo in tre sappiamo com'è andata.... Alen.
Copyrigth © **
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