32-) Passi di vita verso l'infinito..Alen scrive il 10/01/1994
Alen scrive il 10/01/1994


Lunedi 10 Gennaio 1994


L’ultima settimana dell’anno domini 1993 è stata unica e straordinaria.
Tu mi hai raggiunto, ed io (dal fondovalle) mi sono trasferito al Rifugio condividendo con Te diversi giorni e…”notti”. Compreso il capodanno, e relativi festeggiamenti assieme a quella sana, inesauribile follia della straordinaria combriccola di divertentissimi amici. Un brindisi ed una notte magica insieme; compresi i piacevoli “effetti” dei nostri corpi aggrovigliati fra il caldo tepore nel letto a castello della minuscola camera condivisa del rifugio.
Noto che hai indossato il mio regalo natalizio, ovvero le lunghe e calde calze colorate, evidentemente ti sono gradite. Ma quanto ti fanno ancor più sexy.....Vorrei potermi esprimere anche a parole....ma l'ambiente è piccolo ed affollato......Buon Anno mia dolcissima Sabrina.

Il nuovo anno mi ritrova in piedi alle 7 per essere al lavoro sulle piste; lassù i 15° sottozero sono la normalità, nonostante uno splendido sole ed il manto nevoso ideale, gli sciatori sono pochissimi causa i consueti bagordi notturni della specifica notte.
Alla stazione, con il mio collega di lavoro Giorgio c’è un’intesa ottimale, pur con la consueta ressa degli sciatori, ed altri problemi di ogni genere dovuti all’impianto di risalita nuovissimo. Il grande capo delle funivie mi permette alcune libertà. A capodanno, le piste quasi deserte mi consentono di eccedere in qualche goduriosa sciatina: con grandiosa ed imprevedibile sorpresa, poiché nonostante il mio ginocchio “frantumato” e ballerino non avrei mai immaginato di riuscire a sciare come un tempo. Dopo qualche discesa di prova e riscaldamento, quella neve favolosa mi spinge a lanciarmi in alcuni exploit prodigiosi sulle ripide curve ampie e veloci mentre le mie urla colme di gioia, euforia e adrenalina riempiono la valle ed arrivano al rifugio, dove immagino tu sia spaparanzata al sole…..
Altra piacevolissima sorpresa mentre ti vedo arrivare camminando alla mia postazione di lavoro; questo ed il sole, riscaldano ulteriormente non solo l’arietta frizzante, ma anche il mio cuore già colmo di emozioni. Indossi alla perfezione la mia sgargiante tuta da sci fluorescente. Rimani con “noi lavoratori” un po’ di tempo, mentre ti raccontiamo le avventure esilaranti e spesso assurde che vediamo ogni giorno. Al simpatico Giorgio non sfugge il tuo fascino ed il comprensibile “alone” che ci avvolge, quindi noi due cogliamo l’invito a “sloggiare”……propostoci con simpatia, sensibile ironia e garbata intesa maliziosa....
Lascio gli sci in “stazione”, e scendo al Rifugio con Te, la via è agevole e compatta, in quanto battuta ogni notte dal gatto-battipista. Impieghiamo molto tempo…..poiché “fare la lotta” e rotolarci anche nella abbondante coltre di neve fresca è l’ennesima unicità di effusioni che ci distingue e ci fa perdere la cadenza del tempo. Le profonde impronte dei nostri corpi nella neve fresca, e quell’abete che ci ha visto danzare ed amoreggiare espansivi con euforica eccitazione rimarranno per sempre un altro piccolo pezzetto di magia unica e solo nostra.

I giorni volano e con l’epifania tu voli via. Il rifugio chiude e tutti se ne vanno, ma rimango solo io per qualche giorno poiché il brutto tempo arriva improvviso ed imperversa senza sosta per tre giorni e due notti, con intense bufere di neve che obbligano il blocco agli impianti. Legna e viveri non mancano, inoltre sono ben attrezzato e con la ricetrasmittente posso comunicare agevolmente con Giorgio e le Funivie. Finito il tutto ed arriva uno splendido sole. La neve accumulata è tantissima, e mentre sulle piste il lavoro dei gatti è stato continuo e senza soste anche nella tormenta, il rifugio è bloccato da 2 metri di neve fresca. Il capo mi chiama per radio comunicandomi istruzioni ed invitandomi a raggiungere l’impianto di risalita più vicino. Quello consueto è chiuso per rischio valanghe sulla pista. Dovrei fare 200 metri di fuori pista. Con gli sci in spalla e ciaspole ai piedi mi avvio verso la destinazione indicata; tuttavia non è affatto semplice poiché la neve è troppo farinosa e ad ogni passo sprofondo abbondantemente fin sopra al ginocchio. In due ore sono a poco più di metà strada. Il capo ed i colleghi stavano partendo per “soccorrermi”; non riuscivano comunicare con me usando la frequenza errata ma dopo un’altra ora anche questa disavventura si risolve con un genepy ed un caldo vin brule’.
Giorgio ha dei problemi nel proseguire ad ospitarmi nella abitazione della sua compagna. In sostanza il mio impegno di lavoro stagionale è già terminato. Tutto lo stipendio mensile se ne andrebbe nell’affitto di qualsiasi modestissimo monolocale, quindi mio malgrado, oggi me ne ritorno a casa.
A presto mia cara.
Alen.
Copyrigth © **

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