Al di là del valore anche discutibile di alcune mie imprese e/o avventure alpinistiche, con una sola immagine spero di trasmettere il mio mondo interiore, ricco di motivazioni profonde.
Fra le tante, il grande amore per la montagna e conseguentemente anche per lo sci.
Vi sono alcune parole chiave che vorrei trasmettere, parole come creatività, avventura, libertà, alpinismo classico e/o romantico. La mia intenzione è di trasmettere un diverso modo di vivere la montagna, specialmente quella invernale. Il mio vivere la montagna come qualcosa di diverso dalla ricerca dell'exploit sportivo o del puro benessere fisico. Vivere "oltre" esplorando l'anima per lasciare emergere i significati della esistenza. Questa esplorazione però diventa possibile solo se ci si lascia guidare dalla ricerca della libertà, “libertà di movimento, di inventare nuove soluzioni tecniche, nel tentativo di recuperare certi valori che lo sci di massa, e delle stazioni sciistiche hanno soffocato da tempo.
E' un alpinismo creativo, classico e romantico appunto, che vede nello sci estremo la sua massima espressione, perché vi è la libertà assoluta della ricerca della via ideale, e la gioia dell'aver creato una via unica in quanto effimera. Fermarsi spesso, guardando la lieve traccia che avevo lasciato lassù, dietro di me:
la sentivo mia e mia soltanto. A conferma di ciò, dopo un po', vista l'ora ormai tarda e l'elevata temperatura, si staccò una slavina che come un colpo di spugna cancellò ogni traccia del mio passaggio. La maggior soddisfazione la ebbi forse allora, perché sapevo che, dopo quel crollo, chiunque l'avesse ripetuta non avrebbe potuto cogliere la mia discesa. E vi è un altro aspetto altrettanto intenso: quando ci si chiede il perchè di certe imprese, io non mi fermo alle scontate anche se spesso valide motivazioni: il superamento dei propri limiti, o il desiderio di evadere da una vita di routine, ma sciando trova la miglior risposta possibile “Perché è troppo bello”. E se lo sci VERO è in crisi, (così come da più parti si dice per il grande alpinismo) è forse perché sono perduti umiltà, conoscenza di se stessi, rispetto.
La felicità che nasce dentro quando si scivola in libertà seguendo la propria fantasia, vivendo la solitudine dell'ambiente invernale non come privazione, bensì come un arricchimento emotivo impagabile.