Primo Maggio/ Napolitano: non limitiamoci alle denunce. Prodi: legislazione condizione necessaria ma non sufficiente. Bertinotti: troppi morti, non è un Paese civile. Un minuto di silenzio per le vittime.
Sulla sicurezza nei posti di lavoro e nella prevenzione degli infortuni "non dobbiamo limitarci alla denuncia". E' l'esortazione che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affidato ai maestri del lavoro premiati al Quirinale nel corso delle celebrazioni del Primo Maggio. "Vigilanza e repressione delle violazioni delle norme vigenti e apprestamento di nuove norme più duramente sanzionatorie" configurano, secondo Napolitano, "quella strategia complessiva di cui si avverte il bisogno e che può partire dalle recenti decisioni e iniziative di Governo". Accanto a queste serve anche "prevenzione sistematica e a tutti i livelli, formazione con sostegni mirati specialmente alle piccole e piccolissime imprese, rafforzamento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza". "Qualcosa - annota Napolitano - si sta già muovendo anche sul piano degli accordi aziendali e dei patti locali anti-infortuni, ci sono buone pratiche da far conoscere e da diffondere". "Ho richiamato tutte queste che sono già indicazioni già emerse nelle sedi istituzionali e di Governo responsabili - continua Napolitano - perché sento che non dobbiamo limitarsi alla denuncia e che siamo in grado di trasmettere un messaggio di ragionata fiducia e di più ampia visione e prospettiva".
"Dobbiamo volere condizioni più umane, più civili, più rispettose dei bisogni e della dignità di tutti, dobbiamo volere un'Italia migliore". E' questo l'auspicio che il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ha, come già in precedenza, dedicato gran parte del suo intervento proprio alla drammatica questione della sicurezza nei luoghi di lavoro. "E' un problema non nuovo ma più che mai scottante - ha detto - che deve costituire oggetto di costante impegno nel presente e nel futuro". Napolitano sa perfettamente che "non esistono soluzioni radicali e facili" ma è proprio per questo che "dobbiamo sentire in tutto il suo peso umano e sociale il fatto che il numero totale degli infortuni resta non molto al di sotto del milione all'anno e quello degli infortuni mortali resta di oltre mille l'anno, in media tre al giorno".
Di fronte alle nuove figure contrattuali precarie "c'è l'esigenza di tutele corrispondenti al dettato costituzionale senza anacronistiche nostalgie di più forte rigidità e di continuità garantita del rapporto di lavoro, è da perseguirsi una prospettiva di flessibilità tutelata e di costante impegno per il consolidamento dell'occupazione e dei diritti dei lavoratori". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il presidente ha anche rivolto un "vivo apprezzamento per il contributo venuto dalle agenzie per il lavoro sorte - ha ricordato - dieci anni fa sulla base dell'innovativa legge Treu".
L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, nel breve intervento pronunciato al teatro Comunale di Bologna alla cerimonia per la consegna delle 'Stelle al merito del lavoro', ha detto: "Stiamo lavorando perchè gli incidenti sul lavoro assumano la proporzione minima possibile. La legislazione è una condizione necessaria ma non sufficiente". l'ex premier ha insistito sull'importanza dei controlli per far rispettare le norme, ma anche dell'autocontrollo dei lavoratori. Il presidente ha fatto un riferimento anche alla regolarità del lavoro, sostenendo che la poca costanza facilita "i comportamenti che portano a incidenti e a problematiche patologiche".
"Aumentare le pensioni più basse per dare una mano all'economia. Non pensare a una nuova riforma, perché il sistema pensionistico funziona. Bisogna occuparsi dei pensionati poveri" ha proseguito Angeletti. "Non è tempo di sacrifici - ha aggiunto -. I sacrifici chiesti ai lavoratori devono essere rifiutati. Basta chiederli sempre ai soliti, è un sistema che non funziona". Angeletti chiede al governo di "guardare l'Italia reale", dei salari troppo bassi, delle pensioni che non consentono di arrivare alla fine del mese, dei mancati rinnovi contrattuali e di un sistema fiscale che penalizza i lavoratori e non fa pagare le tasse ai più ricchi.
"Il mondo del lavoro è unito. Ci sono tante cassandre che abbaiano qua e la, ma anche la manifestazione di oggi dimostra che siamo uniti e non ci faremo dividere" ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni nel suo intervento dal palco di Torino spiegando che "le vere questioni etiche sono le persone che muoiono sul lavoro, la disoccupazione, i problemi di chi a causa del lavoro subisce privazioni inammissibili". "Purtroppo - ha affermato Bonanni - vedo grande agitazione delle forze politiche sulle cosiddette questioni etiche, ma quelle vere sono legate al lavoro. Basta con le rampogne, chiediamo più salari, pensioni più pesanti, siamo stufi delle bugie che ci raccontano sulla stampa giorno dopo giorno. Sui salari e sulle pensioni deve aprirsi un discorso vero, vogliamo ammortizzatori sociali e contratti migliori. Abbiamo notato che qualcuno vorrebbe togliere l'Ici al posto di rivalutare le pensioni, ma è giusto rispondere chiaro e tondo che non tutte le famiglie italiane sono uguali: ci sono i poveri e i ricchi e se si rimuove l'Ici finisce che arrivano altre tasse locali".
Nel suo intervento il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha stimolato il presidente del Consiglio ed il governo a mantenere le promesse. "Ci sono molti bisogni e molte attese - ha spiegato Epifani - era stato promesso uno sgravio fiscale, ed è arrivato solo parzialmente. Abbiamo pensionati a cui si è promesso da tempo la rivalutazione delle pensioni. Abbiamo i lavori poveri, i servizi più umili, per i quali serve una politica contributiva per dare a questi lavoratori una dignità di vita. Abbiamo il problema della casa, dei giovani, degli anziani e degli immigrati". Per questo - ha continuato Epifani - "il governo con le prossime scelte, con il confronto in atto, non deve deludere queste attese. Sarebbe un segnale sbagliato. Sarebbe moralmente inaccettabile".
Anche a Bologna migliaia di persone sono in piazza per partecipare alla manifestazione nazionale promossa dall'Ugl con lo slogan 'Chi ama il lavoro lo mette al sicuro'. Concentramento in via Don Minzoni, a poca distanza dalla stazione, poi il corteo raggiungerà la piazza della Montagnola, dove in tarda mattinata è previsto l'intervento del segretario generale Renata Polverini. Prima della partenza del corteo, il sindaco Cofferati ha portato a Renata Polverini il saluto della città e ha ringraziato l'Ugl per aver scelto il capoluogo emiliano, sottolineando l'importanza di aver dedicato il tema della giornata alla sicurezza sul lavoro: "Una scelta di civiltà" ha detto Cofferati.
WOW! DA NON CREDERE EPPURE è VERO:....PIù IN ALTO DEL QUIRINALE NON PENSAVO DI RIUSCIRE AD ANDARE........Merito di striscia la notizia naturalmente, perchè guarda caso una telecamera nascosta ha un potere immenso per smascherare i lestofanti!.....A buon intenditor......
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